CONFRATERNITA DEL SS. ROSARIO

La Confraternita del SS.mo Rosario non ha l’epoca precisa della sua istituzione, solo si parla nell’inventario di Benedetto Sampaoli, in data 30 Marzo 1715, secondo il quale questa Confraternita aveva il Breve in carta pecora concessole fin da tempi antichi: quindi si potrebbe credere che possa risalire all’epoca di quella del SS.mo Sacramento. Solo si sa che il 30 Marzo 1715 era composta di 20 Fratelli e di 60 Sorelle e che erano priore due donne. Sua Eminenza il Cardinale Bernardino Honorati, con Decreto 26 febbraio 1787 soppresse questa Confraternita e l’aggregò a quella del SS.mo Sacramento e da quel tempo in poi si doveva chiamare Confraternita del SS.mo Sacramento e Rosario, che in avvenire doveva mantenere a spese proprie tutte le feste e funzioni del SS.mo Rosario. Le ragioni che indussero il Cardinale Honorati alla soppressione di questa Confraternita, sono le seguenti: non v’era chi dirigesse la Confraternita se non due donne con titolo di Priore: nelle adunanze non vi era la pace, non vi era ordine e regolare condotta. Rimase soppressa questa Confraternita per circa un secolo.
Il 24 Settembre 1888 poi fu ricostituita la Confraternita del SS.mo Rosario, che oggi ha raggiunto il N. di fratelli di cappa e il N. di fratelli e sorelle di devozione. È diretta da un governatore e da due Priori: fa a proprie spese la festa nella prima Domenica di Ottobre e osserva esattamente il suo Statuto.

MONTI FRUMENTARI
Il Monte frumentari della Confraternita del SS.mo Rosario non si sa come abbia avuto origine, ma nell’inventario del Pievano Benedetto Sampaoli si dice che i Signori Conti di Montevecchio in tempo di carestia avevano ceduto nell’inverno il grano ai poveri i quali nell’estate dovevano riversarlo alla Confraternita del SS.mo Rosario. Parlandosi nell’inventario del suddetto Sampaoli, in data 30 Marzo 1715 del solo Montefrumentario del SS.mo Rosario, si può benissimo supporre che l’istituzione di questa Confraternita sia o contemporanea, o più antica di quella del SS.mo Sacramento, essendo il Montefrumentario della Confraternita del SS.mo Sacramento cominciata nel 1720. Il fatto sta che il 30 Marzo 1715 il Montefrumentario aveva 20 some di grano e al principio dell’anno 1787 aveva raggiunta la cifra di some 23, coppe 4, provende 3.
Sua Eminenza il Cardinale Honorati, come sopra dissi, stabilì con decreto 26 Febbraio 1787, di sopprimere la Confraternita del SS.mo Rosario e il suo Monte frumentario e di cedere parte del grano alla Confraternita del SS.mo Sacramento, perché lo amministrasse, e volle che il residuo, in danaro fosse mandato presso l’Episcopio, come già dissi. Così terminò il Monte frumentario del SS.mo Rosario.

CONFRATERNITA DEL SS.SACRAMENTO

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CONFRATERNITA DEL SS. SACRAMENTO

La Confraternita del SS.mo Sacramento fu istituita il 21 Giugno 1582, come risulta dalla Bolla Pontificia in carta pecora esistente nella Sacrestia della Chiesa dell’Assunta (Chiesola). Fu concessa, come parla la Bolla, ad istanza del Conte Camillo di Montevecchio. Da documenti esistenti nella Cancelleria Vescovile, risulta che fu eretta nell’Altare del SS.mo Crocifisso (dove oggi si venera la Madonna della Misericordia). La Confraternita possedeva un censo di scudi 15, che restituito dal debitore, furono inclusi nella rendita degli esercizi prima del 1845.
Possedeva anche una casa sita a Monteporzio, che, dopo ottenuto il permesso dalla S. Sede e dalla Prefettura di Pesaro, venne venduta all’asta pubblica a Domenico Casagrande con Rogito Pasqualucci Ruggero di Fano in data 28 agosto 1916 e col ricavato (L. 556,20) si acquistò una cartella del Debito Pubblico a favore di questa Confraternita, che ha gli obblighi di mantenere le spese necessarie per il Cappellone della Chiesa e quanto occorra per l’Altare Maggiore. Ha l’obbligo di mantenere e far di nuovo piviali, veli omerali, ostensori, ombrellini e tutto l’occorrente per portare il Viatico. La Confraternita ha assunto questi obblighi in forza di uno statuto che è tuttora in vigore approvato dal Cardinale Domenico Lucciardi, Vescovo di Senigallia, il giorno 6 agosto 1852.

 

MONTI FRUMENTARI

Il Monte frumentario appartenente alla Confraternita del SS.mo Sacramento ebbe origine con una offerta del Conte Camillo di Montevecchio Filippino (fratello germano della Contessa Artemisia che lasciò il Legato a favore della Chiesuola). Con rogito 6 Ottobre 1707 lasciò dieci rubbia di Grano da prelevarsi dal suo terreno, vocabolo Caruparsiccio, subito dopo la sua morte, che avvenne nell’anno 1711; ma attesa la pretenzione del Conte Francesco, la Confraternita non poté avere questo grano che alla fine del 1720. Tale grano doveva essere prestato ai poveri durante l’inverno, e questi dovevano restituirlo nell’estate con un piccolo compenso. Al principio dell’anno 1787 il Montefrumentario aveva raggiunta la cifra di some 22, coppe 6, pro- vende 3. Questo aumento era avvenuto sia per il compenso che davano i poveri nel restituirlo, sia perché la Confraternita quando era invitata per l’accompagno di un defunto, che non era fratello, aveva diritto ad una coppa di grano, purché i fratelli fossero in numero di 18.
Sua Eminenza il Cardinale Bernardino Honorati, con decreto 26 Febbraio 1787, ridusse il monte frumentario, sopprimendo quello del Rosario. Tutti e due avevano grano some 41, coppe 6, provende 2. Col suddetto decreto ordinava che si facesse un solo Monte frumentario di 25 rubbia di grano, quantità sufficiente per soccorrere i poveri di Monteporzio e che fosse amministrato dalla Confraternita del SS.mo Sacramento. Il ricavato del rimanente, in scudi 31,95, il suddetto decreto, ordinava che si versasse presso Sua Eminenza.
Da quell’epoca fino al 1867 il suddetto Monte frumentario fu amministrato dal Governatore della Confraternita del SS.mo Sacramento, che poi in forza della legge 1867 fu consegnato tutto al Presidente della Congregazione della Carità di Monteporzio.

 

Per contatti mail:
Confraternita SS. Sacramento

 

I CONFRATELLI


Elenco dei confratelli iscritti alla confraternita

Aguzzi Mario -Segretario-Tesoriere-
Ambrogetti Ruggero
Anniballi Mario
Antognetti Giuseppe
Baruffi Alfredo
Baruffi Luigi
Carloncini Juri
Carnaroli Stefano
Cattalani Guerrino
Costantini Roberto
De Costanzo Pasquale
Di Cecco Marco
Federici Libero
Federici Vittorio
Gasparini Alberto
Gasparini Sandro
Gasparini Silvano
Gianantoni Mario -Governatore-
Giovanelli Domenico
Goffi Carlo
Manieri Enrico
Montesi Pierluigi
Morici Luca
Polverari Ivan
Ragnetti Gianfranco
Ricci Rossano
Sora Claudio
Speranzini Claudio
Speranzini Roberto
Tonelli Patrizio
Venturi Giorgio
Vergoni Gabriele

PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELO

Piazza della Pace,4

61040-MONTE PORZIO (Pesaro e Urbino)

Tel/Fax 0721 955145

Mail: info@parrocchiamonteporzio.it

Il Vescovo Emerito Giuseppe

S.E.Mons. Giuseppe Orlandoni

vescovogiuseppe

Vescovo emerito di Senigallia

Nato a Castelfidardo (AN) il 12 marzo 1939. Battezzato il 13.3.1939. Alunno dell’Almo Collegio Capranica, in Roma, ha ricevuto il suddiaconato il 20.12.1964, il diaconato il 4.4.1965 ed è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Recanati (Macerata) l’11 settembre 1965 da S.E.Rev.ma Mons.Emilio Baroncelli. Dopo aver frequentato Corsi di lingua in Inghilterra, Germania e Francia, ha completato i suoi studi nella Pontificia Università Lateranense, nella Pontificia Università Gregoriana e nella Università di Urbino, conseguendo rispettivamente la laurea in Teologia Morale, la licenza in Scienze Sociali e la laurea in Sociologia. Dal 1969 in poi si è impegnato nell’insegnamento, svolgendo Corsi di Sociologia e di Pastorale nell’Istituto Teologico Marchigiano. Per un decennio, dal 1975 al 1985, ha insegnato nella Pontificia Università Lateranense come Professore invitato. Dal 1975 al 1996 è stato docente di Sociologia all’Accademia Alfonsiana di Roma. Nel quadro della cooperazione missionaria tra le Chiese ha offerto il suo servizio, soprattutto nei mesi estivi, in ordine alla formazione del Clero e dei candidati al sacerdozio in diversi Paesi di missione. Ha insegnato come Visiting Professor in vari Seminari dell’Africa, dell’Asia e dell’Oceania. Nella Diocesi d’origine di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia ha prestato il servizio pastorale come cooperatore parrocchiale. Sensibile alle problematiche del mondo del lavoro, ha ricoperto, dal 1969 al 1975, l’incarico di Assistente Provinciale delle ACLI. Nello stesso tempo è stato co-direttore dell’Ufficio Studi Interdiocesano. Impegnato nella promozione del laicato, ha collaborato con diverse aggregazioni ecclesiali, riservando una particolare attenzione all’Azione Cattolica, Associazione dove è maturata la sua vocazione sacerdotale e di cui è stato Assistente Unitario Diocesano per otto anni. Nel 1985 è stato nominato Pro-Vicario Generale e successivamente, nel 1991, Vicario Generale di Macerata. In questo incarico ha in particolare guidato, in stretta collaborazione col Pastore della Chiesa locale, la preparazione e la celebrazione del Sinodo Diocesano, che si è protratto per sette anni. In seguito all’improvvisa morte del Vescovo S.E.Mons.Tarcisio Carboni, avvenuta in un incidente stradale mentre insieme si recavano al Convegno Ecclesiale di Palermo, è stato eletto Amministratore Diocesano, reggendo ad interim la Diocesi per dieci mesi, fino all’arrivo del nuovo Pastore S.E.Mons.Luigi Conti. In data 21 gennaio 1997 è stato nominato dal Papa Giovanni Paolo II Vescovo di Senigallia, come successore di S.E.Mons. Odo Fusi Pecci. Il 5 aprile dello stesso anno è stato consacrato Vescovo. Ha fatto ingresso nella Diocesi di Senigallia, dando inizio al suo ministero episcopale in questa diocesi, il 13 aprile 1997. Vescovo emerito dal 17 ottobre 2015.

Tra le principali pubblicazioni – oltre a vari articoli, recensioni e rapporti su indagini di sociologia religiosa – si annoverano: Il problema del superfluo nella società di oggi, Città Nuova, Roma 1971; L’omelìa: monologo o dialogo?, Paoline, Cinisello Balsamo 1977; Sociologia della Religione, Ut Unum Sint, Roma 1979; Introduzione alla Sociologia, P.U.L., Roma 1979; La religiosità dei giovani, Coletti, Roma 1981; Famiglia, Giovani, Religiosità, L’Ancora, San Benedetto del Tronto 1990.

Lo Stemma

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“In veritate et caritate” è il motto, desunto dalla seconda lettera di S.Giovanni, che Mons.Giuseppe Orlandoni (Vescovo di Senigallia) ha scelto come programma del suo ministero episcopale. Compito fondamentale del Vescovo è quello di costruire la Chiesa: nella verità, attraverso l’annuncio del Vangelo, e nella carità, attraverso il servizio di amore a Dio e ai fratelli.

I simboli del libro e dei pani, illustrati nello stemma, rappresentano rispettivamente la verità e la carità. Essi sono anche i simboli dell’Eucarestia, richiamando la duplice mensa della Parola e del Pane.

In ultima analisi la Verità e la Carità sono la stessa persona di Cristo che, per costruire la Chiesa, va annunciato, celebrato e testimoniato.

La stella, riprodotta al centro, nella parte superiore dello stemma, è il simbolo della speranza e rappresenta la Madonna della Speranza, patrona principale di Senigallia, alla cui protezione il Vescovo intende affidare la propria missione.