XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – 6 settembre 2020 –

Celebra S.E. Mons. Fabio Dal Cin Arcivescovo Delegato Pontificio di Loreto.

Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
SE TI ASCOLTERÀ AVRAI GUADAGNATO IL TUO FRATELLO
Mt 18,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui
solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà
neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».


L’evangelista Matteo inizia il suo vangelo con l’affermazione che Gesù è il Dio con noi e conclude il suo vangelo con l’assicurazione di Gesù “Ecco, io sono con voi tutti i giorni”. Circa dopo la metà, al capitolo XVIII, Gesù riafferma questa dichiarazione dicendo “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”. Quindi Gesù afferma, dichiara solennemente che lui è in mezzo alla sua comunità. E proprio per questo gran parte di questo capitolo 18 è contro lo scandalo dei dissidi all’interno della comunità e della necessità del perdono. I versetti che esaminiamo sono il capitolo 18, dal 15 al 20. Afferma Gesù “Se tuo fratello” – quindi il termine “fratello” indica che si tratta di una relazione comunitaria – commette una colpa verso di te, non è colui che offende che deve andare chiedere perdono, ma è l’offeso che deve andare a cercare di riconquistare il fratello, da solo. E qui la traduzione dice “Va’ e ammoniscilo”; non è ammonire perché ammonire presume la superiorità di che ammonisce e l’inferiorità di chi viene ammonito, ma il verbo è convincere, cioè “rendi consapevole tuo fratello dello sbaglio che ha fatto”; se non ti ascolta chiama altri due” – che sono i testimoni – “se poi non ascolta allora dillo alla comunità”, quindi non divulgare, non fare pubblicità a questo scandalo del dissidio della mancanza del perdono. “Se” – in questo brano nel testo greco il “se” c’è ben otto volte – se proprio non ascolta neanche la comunità, quando Gesù dice “sia per te come il pagano e il pubblicano” non significa “ignoralo”, ma significa che è un amore a senso unico. Nella comunità c’è un amore dato e un amore ricevuto – ci si ama vicendevolmente l’un l’ altro. Il pagano, il pubblicano sono quelli che si amano senza aspettarsi nulla in cambio, quindi un amore a senso unico.  E qui Gesù con una dichiarazione solenne “In verità” – quindi è sicuro – usando un linguaggio rabbinico, afferma “tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo”, sono le stesse espressioni che Gesù ha usato per Pietro, ma in questo contesto riguardano il perdono. Cosa vuol dire Gesù? Cosa vuol dire l’evangelista con questa espressione? Chi non perdona nega il perdono di
Dio. Il perdono di Dio è già dato, ma diventa operativo ed efficace soltanto quando si trasforma e si traduce in perdono verso gli altri. Allora “tutto quello che legherete sulla terra sarà legata in cielo”,
cioè se non perdonate legate questo perdono; “quello che invece scioglierete” significa la concessione del perdono. Quindi il perdono da parte di Dio è già dato, diventa operativo ed efficace
nelle persone quando si traduce in perdono misericordioso verso gli altri. E poi Gesù, rifacendosi a un detto ebraico dove si affermava che quando due erano riuniti nello studio della legge la gloria di Dio era presente, afferma “In verità io vi dico: se due di voi sulla
terra si metteranno d’accordo” e qui l’evangelista adopera il verbo greco “sinfoneo”, da cui il termine “sinfonia”; cos’è la sinfonia? C’è uno stesso spartito, ma ogni musicista, ogni strumento usa il suo
talento, tutta quella capacità che ha – il violino è diverso dal pianoforte – ma tutti insieme nell’unità dello stesso spartito provocano una sinfonia. Origene – grande commentatore di Matteo – afferma “Appena si realizza la sinfonia ecco che si trova anche lui presente in mezzo a loro”. Quindi l’ambiente della comunità cristiana, della comunità dei credenti, è quello di una sinfonia: un unico spartito che quello dell’amore e i modi di viverlo sono diversi. Ebbene Gesù assicura che quando c’è questa sinfonia, qualunque cosa si chiede al Padre verrà concessa, perché? Perché “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. La sinfonia, cioè l’armonia della comunità assicura la presenza del Signore; il dissidio, la divisione, la mancanza di perdono occultano la
presenza del Signore. Il Signore c’è sempre, solo che non si rende manifesto. Quindi che si tratti del perdono è evidente in questo brano perché poi, dopo questo insegnamento di Gesù, interverrà
Pietro che ha capito e dice “Ma quante volte devo perdonare il mio fratello?”. Quindi il contesto è lo scandalo del dissidio e del perdono nella comunità e l’invito a formare una sinfonia d’amore.