DISTRUGGETE QUESTO TEMPIO E IN TRE GIORNI LO FARÒ RISORGERE
Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
(Gv 2,13-25) Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
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Proseguendo nel cammino quaresimale, la Chiesa ci sta preparando al momento traumatico dell’assassinio di Gesù. Ma perché Gesù è stato ammazzato? Il vangelo di oggi ne è rivelatore. Le persone, il popolo, gli stessi discepoli, la sua famiglia hanno riconosciuto in Gesù il messia, ma il messia che attendevano era un messia riformatore delle sacre istituzioni di Israele. La nuova relazione che viene proposta da Gesù tra Dio e gli uomini comporta la scomparsa delle istituzioni dell’antica alleanza. Eppure i profeti avevano annunciato l’attività di Dio che sarebbe venuto a purificare, a santificare queste istituzioni, cominciando dal tempio, dalla legge, dal sacerdozio: Gesù non è venuto per riformarli, ma è venuto per eliminarli, perché la nuova relazione che egli propone con il Padre non ha più bisogno di queste istituzioni. Lo vediamo nel vangelo di oggi: Gesù entra nel tempio. Che cosa trova? Che il vero Dio del tempio non è suo Padre, ma è l’interesse, è il denaro: questa era l’anima vera del tempio. Allora Gesù – scrive l’evangelista – prende un flagello. Il flagello era l’immagine del messia che sarebbe venuto per castigare i peccatori, cioè gli esclusi dal tempio. Gesù-Messia prende un flagello; ma non castiga i peccatori, gli esclusi del tempio, ma quelli che sono l’anima del tempio, quelli che sono il commercio del tempio. Perché? I sacerdoti, l’istituzione religiosa, hanno deturpato l’immagine di Dio e l’hanno trasformato in un Dio che assorbe (succhia) l’energia degli uomini. Nella bibbia si legge più volte l’imperativo di Dio. Naturalmente erano i sacerdoti che glielo facevano dire: “Nessuno si presenti davanti a me a mani vuote”. … E quindi era un’ entrata continua per i sacrifici, per le preghiere, per la tassa d’obbligo da dare verso il tempio… Gesù presenta un Dio diverso: un Dio che non chiede, ma un Dio che dà; un Padre che non assorbe le energie degli uomini; ma comunica agli uomini le sue energie; è un Dio che chiede ad ogni creatura di essere accolto e di fondersi con lui, per dilatare la capacità di amare. Ed ecco la rivelazione che Gesù farà in questo brano del vangelo, che poi estenderà ad ogni credente, in modo che ogni persona diventi l’unico vero santuario nel quale si manifesta l’amore di Dio. Il Padre di Gesù non sta né lontano nei cieli né in un tempio, ma è nell’intimo delle persone. Gesù in questo vangelo – (capitolo 14,23) – affermerà: “A chi mi ama il Padre mio e io verremo in lui e prenderemo dimora in lui”. L’uomo è il nuovo santuario dello Spirito, l’uomo è la nuova dimora di Dio. Ma questo sarà pericoloso da dire per l’istituzione perché, se l’uomo è il santuario di Dio, allora quello che viene presentato come il tempio di Dio non ha più il diritto di esistere. Ecco allora il motivo dell’assassinio di Gesù: Gesù e il tempio sono incompatibili: l’uno esige l’eliminazione degli altri e anche la casta sacerdotale è al potere solo per la propria convenienza. Lo dirà il sommo sacerdote in una drammatica riunione del sinedrio che dirà: “È conveniente per noi ammazzare quest’uomo, altrimenti è compromessa tutta l’istituzione religiosa”.